Si inizia togliendo la barba, poi si passa a prendersi cura della pelle; qualche ritocchino dal chirurgo ed ecco che finalmente ci si può guardare allo specchio riconoscendo la propria immagine e finalmente piacendosi. Insieme a Claudia Dalla Pozza, titolare del centro estetico ID Beauty di Milano e presidente dell’associazione Il Mio Genere, abbiamo già fatto una panoramica dei principali servizi estetici per transgender. Dopo aver passato in rassegna le varie procedure, è il caso di fermarci a riflettere su cosa significhi, per una persona transgender, varcare la soglia di un centro estetico.
Qual è il rapporto che si instaura tra la cliente e la sua estetista di fiducia?
Si crea un rapporto di fiducia, perché è associato a un momento fondamentale del suo percorso di vita. Quando subentra un fattore emotivo così forte, i ricordi rimangono indelebili. Alcune clienti ricordano ancora la loro prima seduta, anche se sono passati più di vent’anni.
È comune che un centro estetico conosca così a fondo le esigenze delle persone transgender?
No, nella maggior parte dei casi vengono trattate abbastanza male. Io e le mie colleghe ne siamo consapevoli, quindi troviamo tanti piccoli modi per farle sentire a casa: mastichiamo qualche parola di spagnolo e portoghese, per esempio, e le chiamiamo sempre con il nome che desiderano anche se il loro aspetto è ancora maschile. Chi lavora con me deve sposare il mio approccio, che è quello di comprendere le esigenze delle persone e farle sentire importanti e a proprio agio.
Tutte le loro storie ci hanno fatto capire che spesso provengono da un passato duro e difficile. Noi ce ne prendiamo cura sul lato estetico, ma non solo: cerchiamo di trasmettere serenità, le tranquillizziamo, le indirizziamo verso gli specialisti più qualificati. È un percorso che abbiamo già affrontato con centinaia, anzi migliaia di persone.
Capita di frequente che chiedano aiuto alle persone sbagliate?
Purtroppo sì – e i risultati sono gravissimi. C’è chi ha perso la vita perché si è fatto iniettare il silicone dagli amici. Ci tengo tantissimo alla legalità e alla sicurezza, ed è per questo che investo tempo ed energie per formarmi e imparare.
Un esempio è quello delle terapie ormonali, che purtroppo tante persone acquistano su internet e assumono senza controllo medico. Il problema è che possono scatenare pesanti effetti collaterali a livello circolatorio, epatico (soprattutto se associate ad alcool o psicofarmaci), psicologico. E su questi fronti soltanto un medico può intervenire. Anche i semplici sbalzi d’umore legati agli ormoni, che a uno sguardo disattento possono apparire banali, non possono essere trascurati: se una persona che si sente indecisa e in crisi incontra un chirurgo senza scrupoli, cosa può succedere?
Capita mai che una persona venga assalita dai dubbi e non sia più certa di voler continuare la transizione?
È una situazione che capita molto più spesso di quanto non si creda. Togliere la barba, per esempio, è un passaggio che a volte incute un certo timore perché viene vissuto come una linea di demarcazione: magari la cliente è già andata a ballare in abiti femminili, ma ha paura di “fare sul serio”. In questi casi, di solito faccio del mio meglio per far capire che non è un’operazione netta e definitiva, ma un processo graduale che richiede circa un anno. Tra una seduta e l’altra si ha l’opportunità di guardarsi allo specchio e riflettere sull’effetto che fa.
Il centro estetico, dunque, può diventare un luogo dove fare comunità e trovare sostegno?
Assolutamente sì. Per chi non ha già una rete di amicizie in questo mondo, è un grande sollievo anche il semplice fatto di trovare un ambiente frequentato da altre transgender. Tante persone in transizione hanno paura di essere ghettizzate e di non trovare lavoro; poi però varcano la soglia del mio centro e incontrano donne transgender che fanno le commesse, le maestre, le impiegate. Finalmente non si sentono più dei pesci fuor d’acqua.
Qual è l’aspetto più stimolante del tuo lavoro?
Per me e il mio staff è sempre emozionante veder arrivare una persona con un aspetto ancora maschile che di mese in mese inizia a togliere la barba, assumere la terapia ormonale, indossare abiti androgini e, piano piano, diventare la donna che ha sempre sempre sentito e desiderato essere. Il bruco diventa una farfalla. I pregiudizi comuni dipingono i trattamenti estetici come un qualcosa di frivolo, ma non è così. Il mio lavoro consiste nel vedere il bello in tutte le persone, esaltarne le caratteristiche e aiutarle a stare bene con sé stesse.
Il centro estetico ID Beauty si trova a Milano: se vuoi fissare un appuntamento per una consulenza, clicca qui.